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Un cristiano senza preghiera è come un pesce fuor d’acqua

Il pescatore è seduto.
E’ lì da ore, immobile come una statua.
E’ fermo lungo la sponda di un fiume che scorre pacifico.
Ma i suoi occhi sono attenti e il suo sguardo è vivace come la sentinella che spia ogni movimento.
Osserva attentamente i guizzi dei pesci attorno all’esca.
D’un tratto il galleggiante affonda e sparisce nel segreto delle acque.
L’uomo che sembrava immobile, quasi addormentato, scatta in piedi come una molla.
Afferra la sua canna da pesca, tira, fa finta, lascia andare per poi tirare ancora, riprende la battaglia con chi si nasconde nelle acque profonde, perché ci vuole pazienza per esaurire la preda.
Finalmente, eccola sfinita che si lascia trascinare a riva senza resistenza, o quasi!
Staccato dall’amo, l’uomo getta il pesce sull’erba verde.
Una volta ancora, ma sarà l’ultima,
il pesce resiste e salta in aria,
si contorce atrocemente, ma la lotta è disuguale,
i suoi occhi già si offuscano,
i suoi bronchi inalano troppa aria, un’aria mortale,
i riflessi d’argento delle sue squame si oscurano di tristezza morale,
e dalla bocca cola un filo timido di bava rossa, di bava mortale.
Un pesce non sa vivere fuor d’acqua. Lo sanno tutti!

E tutti sanno anche che la vita di un cristiano è simile a quella di un pesce.
Un cristiano – come il pesce – si muove felice e vivace solo nelle acque della preghiera quotidiana.
Ma quando viene a mancare la preghiera quotidiana,
il cristiano comincia a soffocare, ad asfissiare,
pronto a respirare qualsiasi veleno pur di sopravvivere,
inizia a tossire orribilmente la brutta tosse della morte spirituale!
Privo della preghiera quotidiana, il cristiano si arena sulle sponde della vita, senza forza e senza senso.
Quanti cristiani sono moribondi e abbandonati sulla riva dell’umanità perché privi di preghiera quotidiana!

Cosa è successo?
Qualcosa di grave, di molto grave: Dio è scomparso!
Certo, nessuno ha osato uccidere Dio perché siamo tutti buoni cittadini e tranquilli pacifisti.
Oggi si vive talmente bene senza Dio!
La sua assenza non disturba nessuno!
Ognuno corre dietro al suo dio:
il dio denaro che dà tanta sicurezza,
il dio benessere che garantisce ogni conforto,
il dio sport che scatena nel gioco tutte le passioni,
il dio sesso che sfoga gli istinti più nascosti.
Ma chi si interesserà a Dio, questo eterno assente?
Perché rubare prezioso tempo al lavoro per pregare un Dio scomparso?
“Oracolo del Signore. Il mio popolo ha commesso due iniquità:
essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva
per scavarsi cisterne, cisterne screpolate che non tengono l’acqua!” (Geremia 2, 13).

Dio però, il Dio vivente è paziente e non ha nessuna fretta.
Lui sa benissimo che i pesci sono felici solo nelle acque della preghiera.
Dio, il Dio vivente non ha nessuna fretta ed è molto paziente,
lui sa benissimo che, a seguire i loro dei, i loro idoli e le loro vanità, gli uomini diventeranno essi stessi vanità;
diventeranno profondamente infelici come pesci fuor d’acqua, senza forza e senza senso!
Dio aspetta, sicuro che l’uomo senza felicità tornerà a mendicare almeno una goccia d’acqua per poter rivivere!
Dio, il Dio vivente darà questa goccia e non soltanto, darà anche un fiume d’acqua viva perché quando Dio dà non conta mai!

Dio darà molto a chi tornerà a Lui nella preghiera, nella preghiera quotidiana.

Padre Etienne

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