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Un minuto con Dio

Sono le 18. La città vomita fiumi di macchine come il vulcano la lava. 
Il traffico invade le strade, i vicoli, i viali, le autostrade, le piazze, gli incroci. 
L’atmosfera si riscalda. La febbre della frenesia ha preso tutti quanti. 
Tutti hanno fretta, ma senza poter andare avanti nella coda. La città è bloccata. 
Tutti si agitano, s’innervosiscono. Chiamano. Suonano. Soffocano, chiusi nella gabbia delle loro macchine. 
I più furbi, o i più prepotenti, spingono avanti, infilandosi tra le macchine senza nessuno scrupolo. 
Invece certi bonaccioni la prendono con calma: sembrano ridere della stupidità degli uomini!

Signore, eccomi in mezzo a questo traffico disumano! 
Anch’io sono come loro, stanco, nervoso, ma soprattutto di fretta perché mancano dieci minuti alla mia riunione. 
Come al solito sono partito in ritardo pensando di farcela. Ma adesso mi ritrovo incastrato in questo fiume paralizzato! 
Almeno se quelli che mi stanno davanti si dessero una mossa! 
Quell’anziano che non osa spingere sull’acceleratore, 
quella donna che esita a girare, 
quel ragazzo che pretende, a forza di spintoni, di prendere il mio posto! 
No, caro mio! Non passerai!!

Anche a me sta assalendo il nervosismo. 
Fra otto minuti dovrei essere lì: mi aspettano tutti. 
Vedo la lancetta dell’orologio correre ed io sono bloccato. 
Cresce la rabbia. Sono teso come non mai.

D’un colpo, uno spiraglio si apre davanti a me. E’ un miracolo. 
A tutto gas, m’infilo nel buco libero. 
L’unico handicap è quella Panda che mi sta davanti: non si vuole schiodare. 
E vai! E su! Non vedi che il semaforo sta per diventare rosso? Più forte! 
Non c’è niente da fare, non vuole accelerare. 
Chi guida davanti a me non sa che ho un appuntamento importante. Non sa che non posso arrivare in ritardo! 
Ma lui passa tranquillamente con il giallo. 
Ed io rimango inchiodato davanti al semaforo rosso. 
Eccomi lì, stupido. Eccomi lì, per un minuto a far niente.

Amico mio, calmati un po’e tranquillizzati. Basta correre come un pazzo verso chissà cosa!
Sono stato io a rubarti questi sessanta secondi per poterli passare insieme a te.
Un minuto con Dio per ringraziare della giornata che hai trascorso.
Un minuto con Dio per offrirgli la tua prossima riunione e le persone che incontrerai.
Un minuto con Dio per pregare per le persone che stanno attraversando la strada: 
quel giovanotto che passa fischiettando sui pattini; 
quegli innamorati che passeggiano in mezzo al caos, chiusi nella loro isola felice; 
quella signora anziana che con il bastone è partita per prima per arrivare ultima: chissà che non vada a trascorrere la sua serata con la solitudine per amica!
E tutti gli altri, i frettolosi, gli efficienti, i dinamici, gli occupati, tutti troppo spesso… lontano da me!

Grazie Signore per avermi costretto a gustare la tua delicata presenza durante un minuto davanti ad un semaforo rosso.

Padre Etienne

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