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Sono stato bocciato all’esame

Sono uscito dall’università.
In me bolliva la rabbia, la disperazione.
Non vedevo più niente, non sentivo più niente,
né i gioiosi scherzi dei miei compagni radunati attorno ai motorini,
né il sole che ardeva con la sua luce primaverile nei cuori di tutti,
né l’allegria tipica del mercato dove i colori fantasiosi giocano tra di loro.
Arrivato a casa, mi sono precipitato in camera senza dir niente,
ho chiuso la porta,
ho chiuso i balconi,
ho chiuso il mio cuore.
Poi mi sono buttato sul letto e… ho pianto!
Perché Signore? Spiegami!
Perché sono stato bocciato?
Perché questa sconfitta che mi distrugge e mi destabilizza?
Non ce la farò mai!

Se non avessi studiato, lasciandomi andare al ‘dolce far niente’,
allo spreco del tempo in piazza,
ai pacchetti di sigarette fumate ai tavolini del bar,
alla televisione attraente ma vuota… Allora capirei.
Invece è più di un mese che mi sono impegnato con coraggio per quest’esame,
che mi sono organizzato con il poco tempo che ho a disposizione,
che ho chiesto alla mia ragazza di limitare i nostri incontri per potermi dedicare a pieno allo studio,
che ripasso fino a tardi con gli amici dell’università.
Ma oggi è stata una sconfitta totale!
Perché Signore? Spiegami!
Perché sono stato bocciato?
Perché questa sofferenza inutile?
Non ce la farò mai!

E’ vero che non sono un patito dello studio. Non me la sento
di sacrificare tutto per i soli risultati,
di perdere i miei amici veri,
di tradire la mia famiglia per il solo interesse del successo,
di saltare tutte – o quasi – le attività di Clan per la sola impressione di avere più tempo,
di immolare la mia vita sull’altare del successo ad ogni costo.
Ma oggi, dubito. Forse anch’io dovrei fare come gli altri?
Forse è il prezzo esagerato da pagare per riuscire?
Forse devo cedere alla tentazione di un mondo che basa i suoi rapporti sulla sola efficienza?
Forse è meglio lasciarsi sedurre dall’orgoglioso risultato e dal primo posto?
E’ buio. Non capisco, Signore.
Perché questa sconfitta ingiusta?

Ormai sono anni che, ogni mattina, mi alzo presto per andare a scuola… per poi raccogliere un insuccesso?
Ma qual è il senso di questo tribolare inutile?
Perché tanto sudore, tanta pazienza?
Perché continuare a trascinarmi? E verso quale meta?
E domani cosa farò? Quale è il senso dell’enigma che sono?
Fuori c’è un bel sole, ma dentro di me sono tormentato dallo spessore del buio e della rabbia.
Signore, sono qui… E tu ti dimentichi sempre di me!

Amico mio! Figlio del mio amore!
Credi che ti abbia dimenticato?
Che non ti abbia visitato nelle tenebre della tua camera e del tuo cuore?
Credimi: oggi ti sono più vicino che mai perché non disprezzo il cuore affranto e lo spirito umiliato.
Dammi tutto, offrimi tutto.
Ancora una volta, prenderò tutto sulle mie spalle.
La croce è mia, volevo solamente che ne portassi anche te un po’ con me.

Adesso, su! Apri le finestre! Apri il tuo cuore.
Oggi capirai il vero senso della lotta, perché la grande ‘Sconfitta’ è di non averne mai!
La fedeltà ai tuoi amici,
al servizio,
alla tua famiglia,
al tuo Clan,
a questi valori…
ti danno molto più che un solo risultato scolastico.
Non chiuderti nello smarrimento, ma – con me nel cuore – fanne un ‘trampolino’
per crescere,
per diventare più forte,
per approfondire il vero senso della vita
e aprirti al sussurro di una gioia che non passa ed ha il sapore della Speranza.
Sono con te! Abbi fede!

Padre Etienne

 

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