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Non ce la farò mai a confessarmi

Un po’ di pudore, per favore!!
Perché dovrei svelare ad uno straniero l’intimità della mia persona, come il malato che si spoglia davanti al medico per essere visitato?
Perché dovrei raccontare tutta la mia vita ad un sacerdote, uomo come altri e addirittura, peccatore come tutti?

Appena sono entrato in chiesa, l’ho visto seduto in un angolo.
E’ lì che aspetta silenzioso e paziente come il pescatore lungo il corso d’acqua.
E’ solo. Medita e prega. Non guarda nessuno. E’ quasi assente.
Eppure all’improvviso il suo sguardo ha incrociato il mio.
E’ durato un attimo, troppo veloce perché lui se ne accorgesse, ma abbastanza per sentirmi interpellato e ispezionato nel più intimo del cuore.
Adesso mi sento turbato.
Subito ho chiuso gli occhi, come gli scuri di una casa quando passa un funerale.
Non voglio confessarmi! Se lo faccio, sarà da solo con Dio, con il Mio dio!

Signore, cosa hai fatto?
Senza preavviso, hai sparato una tua freccia contro la muraglia dei miei presupposti e del mio orgoglio.
Hai aperto una breccia e sei entrato con tutta la tua Luce e la tua Verità.
Hai messo in crisi le mie certezze.
Le mie sicurezze crollano come muri in rovina.
Come un fuggiasco, vorrei scappare lontano dalla tua presenza per nascondermi nelle macerie delle mie vuote preoccupazioni.
Sono caduto.
Adesso giaccio a terra, nudo e sporco.
Sto là, inerme, innanzi a Te.

“Allora il giovane rientrò in se stesso e disse: quanti salariati in casa di mio padre
hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!” (Luca 15, 17).
Quando la sofferenza è tanta, è molto pericoloso tenersela tutta dentro.
C’è il rischio di esplodere!
Parlare è necessario e liberatorio!
“Mi leverò andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te” (Luca 15, 18).
Chi ascolterà il mio sfogo?
Ci saranno ancora due orecchie per un cuore che piange?
Ci sarà una persona che perderà il suo tempo prezioso per asciugare le mie lacrime, come la mamma accarezza sulle ginocchia, il suo piccolo che si è fatto male e strilla?

Su, amico mio, rialza il capo e incamminati sulla ‘strada’ che ti porta al Padre.
La ‘strada’ da percorrere ti aspetta nel sacerdote seduto all’angolo della chiesa:
ha due mani per accoglierti,
ha due orecchie per ascoltarti,
ha una bocca per perdonarti,
ha un cuore per amarti.

Ma quando egli ti accoglie, sono Io che ti accolgo,
quando egli ti parla, sono Io che ti parlo,
quando egli ti perdona, sono Io che ti perdono.
Il sacerdote è il mio servo attraverso cui ti garantisco la mia tenerezza e la tua… libertà.
“Io ti assolvo dai tuoi peccati nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!”.

“Va’ in pace, la tua FEDE ti ha salvato”.

Padre Etienne

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