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Cosa succede quando la fede muore?

Sì, la fede è un dono! Un dono che ci rende responsabili! Ma concretamente, se si guarda bene l’esperienza quotidiana, coltivare un tale dono non è un’impresa facile. Saranno le tentazioni, le seduzioni di un mondo materialista, la fatica di sentirsi ‘diverso’ dagli altri, la pigrizia che frena ogni generosità, la confusione in testa, certe idee che vanno decisamente contro la fede, l’inganno del relativismo etico, il poco interesse dei genitori per la fede dei loro figli, la scarsa testimonianza di certi sacerdoti troppo attaccati a gestire gli affari economici e poco impegnati nella preghiera e nell’annuncio della Parola di Dio, ecc…. In ogni modo, succede talvolta che il dono della fede viene a seccare e a morire. “Quel seme seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto” (Matteo 13, 22). Quante persone e quanti giovani camminano nella vita con una fede morta! Non si deve pensare però che queste persone non hanno più la fede. Hanno la fede, ma è presente nella loro vita come una pianta secca che non fa più fiori, né frutti! Invece per perdere la fede, bisogna consapevolmente ripudiarla, rifiutarla, sradicando la pianta secca della fede dal proprio cuore. Comincia allora il naufragio della fede.

Ma a Dio niente è impossibile. La fede può stare mesi o anni morta in fondo alla vita di una persona. Poi, basta un momento forte, una sofferenza, un terremoto esistenziale, un incontro speciale, ecc… e questa fede morta riparte, si carica di nuovo di fiori e di frutti per la gioia della persona. Allora tutto si illumina e la vita brilla di nuovi splendori. E’ la conversione a Cristo. E’ l’incontro. E’ la gioia del cuore.

  padre Etienne